SIAMO SICURI CHE CI SIA UN TAGLIO ALLE UNIVERSITÀ DEL SUD? I DATI DICONO IL CONTRARIO: AUMENTANO LE FACOLTÀ ASSUNZIONALI DEGLI ATENEI MERIDIONALI
Diversi articoli e interviste si sono soffermati, in questi giorni, sui punti organico assegnati agli atenei italiani e sui presunti tagli alle Università del Sud, con una interpretazione quanto meno malevola di alcuni dati e omissioni rilevanti di altri. Bisogna fare un po’ di chiarezza su queste informazioni. Il principale finanziamento, erogato annualmente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) agli Atenei attraverso un decreto ministeriale è il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), destinato alla copertura delle spese di funzionamento delle università inclusi i costi di personale.
Il Governo Conte ha aumentato questo fondo rispetto agli anni precedenti, salito a 7.450 milioni di euro nel 2019 rispetto ai 7.000 circa dei governi Monti, Letta e Renzi e ai 7.300 del governo Gentiloni. Questa è la prima verità che non viene mai ricordata. Il Ministero determina, inoltre, l’assegnazione delle risorse umane agli Atenei attraverso l’utilizzo dei Punti Organico, che servono per definire la dimensione annuale delle assunzioni effettuabili da parte delle Università. Ogni dipendente, sulla base della tipologia (personale docente e personale tecnico – amministrativo) e del livello di inquadramento corrisponde a un equivalente in punti organico. I criteri più impattanti per la ripartizione dei punti organico sono stati decisi e voluti da PD e Forza Italia negli anni passati, con una quota base e una quota premiale (o aggiuntiva), derivante dal risultato di un calcolo determinato da varie componenti.
Il Governo Conte ha aumentato i punti organico delle Università del Sud rispetto ai governi precedenti, e questa è l’altra verità che, pur essendo fondamentale se si vogliono fare confronti, si omette sempre di dire. I tagli a cui si riferiscono gli articoli che stanno circolando sono relativi alla differenza tra quanti punti organico sono stati assegnati alle Università del Sud e quanti ne sarebbero stati assegnati senza quei criteri imposti da PD e Forza Italia ai tempi del governo Monti, relativi alla parte premiale. Ed è paradossale che alcuni novelli finti meridionalisti imputino questo scarto al Governo Conte, quando non hanno mai proferito verbo mentre quei criteri di ripartizione nazionale dei punti organico venivano approvati.
Potete vedere voi stessi le tabelle e i grafici esplicativi, sulla base di quei dati che per onestà intellettuale avrebbero dovuto essere riportati come gli altri. Come si può leggere, l’Università della Calabria aveva 4,79 punti organico nel 2012, poi 4,03 nel 2013 che scendono a 3,19 nel 2014 per poi salire ai 7,4 del 2015, ai 10,1 assegnati ai tempi di Renzi, ai 14,25 di Gentiloni fino ai 25,11 assegnati dal Governo Conte. Quanto assegnato quest’anno risulta essere il 177% in più rispetto all’anno scorso e il 249% in più rispetto a due anni fa. E non è tutto, perché un successivo decreto aumenterà ancora questa cifra, portandola ad oltre 27 punti organico.
La colonnina rossa, relativa a questo governo, come si può vedere, è costantemente superiore a quella dei governi precedenti in tutte le Università del meridione.