Dopo lunghi mesi di lavoro, il testo base della proposta di legge di cui sono relatore, che punta a riformare il sistema di reclutamento dei ricercatori e riconoscere loro maggiori tutele, è stato approvato in commissione Cultura. È un grande passo per imprimere quella svolta al mondo della ricerca italiana inserita anche negli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto oggi: presto inizierà la fase emendativa e, se necessario, si potranno apportare ulteriori miglioramenti. Comunque l’impianto della proposta è chiaro e ha tra i suoi punti fondamentali un sistema di reclutamento uniforme in tutta Italia che servirà a prevenire il fenomeno, purtroppo diffuso, dei concorsi pilotati.
Particolarmente rilevante è la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca nei concorsi pubblici e l’innalzamento dell’importo delle borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato. Inoltre, si istituiscono le borse di ricerca che daranno tante opportunità ai neolaureati, maggiori tutele lavorative e il limite di quattro anni per gli assegni di ricerca. E, infine, una figura unica di ricercatore con tenure track per mettere un argine al precariato e offrire maggiore stabilità ai ricercatori.
Questa proposta di legge contribuirà enormemente a rendere il sistema universitario e di ricerca italiano maggiormente incentrato sul merito, trasparente e in linea con gli standard internazionali. A beneficiarne sarà l’intero sistema Paese, perchè saper valorizzare le nostre menti migliori vuol dire far funzionare nel modo giusto il motore dell’innovazione.
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